Ferrazze
I primi documenti sono riferibili al XII secolo, quando le monache di S. Michele in Campagna possedevano, sul fiume Fibbio, due mulini e due gualcatori, nel luogo dove, alla fine del XIII secolo, si svilupperà l’arte di forgiare le armi, le corazze e gli scudi, con una fonderia di ferro e rame.
Nella relazione del 1561 della Repubblica Serenissima sullo stato del fiume Fibbio, si elencano a Ferrazze ben sette ruote idrauliche - “due rote da molino, due rote da cartera, due rote da batter rame e una da imbrunitor d’armi” -, che testimoniano un sistema economico industriale importante, con “una concentrazione industriale diversificata veramente eccezionale per l’epoca”.
Diversi storici trattano della località industriale, come Torello Saraina che ricorda, alla metà del XVII secolo, “molti edificij per battere li rhammi e ferramenti per le armature”, o Cagnoli che nei suoi scritti ottocenteschi, mette in risalto il maglio da rame e quello da ferro, unico nel veronese, di Giulio Nicolini.
Alla fine del XIX secolo il complesso venne industrializzato da Oss Mazzurana, futuro podestà di Trento, che sperimenterà, nel 1892-93, la prima turbina idraulica del veronese per produrre energia elettrica. La crescita demografica, legata all’attività dell’oleificio, e l’aggregazione al comune di San Martino Buon Albergo portarono, nel 1929, all’esigenza di costruire, al centro della nuova frazione, la parrocchiale dedicata alla Madonna della Neve. Da diversi anni, tra i fossati della Murara e della Zenobia, che scorrono tra Montorio e S. Martino, si snoda il sentiero naturalistico ciclo-pedonale della Salute (Via Comun), molto utilizzato dalle famiglie della provincia veronese.