Mambrotta
Antichi meandri del piano di divagazione del fiume sono riscontrabili fino alla linea delle risorgive, ai piedi del terrazzamento di Campalto. I terreni argillosi e limosi della piana di Centegnano, percorsi da numerosi corsi d’acqua, tra cui l’Antanello, la Gardesana e le risorgive dei Pori, sono stati abitati fin dall’epoca romana, come testimoniano i ritrovamenti di almeno una decina di tombe alla cappuccina in località Gazivi, a Campalto e, recentemente, in località Fenil delle Cavalle, dove sono state individuale almeno 19 tombe di epoca costantiniana. Il terreno argilloso veniva utilizzato anche per produrre, fin dall’epoca romana, ceramiche ed elementi in laterizio, probabilmente in località Fornace.
Fin dall’alto medioevo il territorio si trovava soggetto alla giurisdizione del castello di Montorio e solo attorno al 1770 passò sotto il controllo del comune di San Martino Buon Albergo. In epoca veneziana, tra il XV e XVI secolo, famiglie benestanti come i Pantini, i Marioni, i Da Lisca, i Lazizi, i Pellegrini, i Ferro e i Mambrotis riorganizzarono il territorio con la costruzione di corti e case padronali e di numerosi fossati adacquatori, che servivano a bonificare il terreno per varie coltivazioni, come il riso, l’asparago, il tabacco e alberi da frutto. Attorno alla chiesa, dedicata a San Girolamo, dopo l’inondazione del 1882, si formò il nucleo principale dell’abitato che noi conosciamo come Mambrotta, che recentemente ha avuto un’espansione edilizia importante consolidando l’abitato della frazione, conosciuta da diversi decenni per un’importante sagra degli “asparasi”. Da vari anni il territorio è stato organizzato con percorsi ciclabili e naturalistici, come testimoniano il Parco del Pontoncello e la Ciclabile Marco Pantani.